Potenza, precisione, resistenza, equilibrio, elasticità, lucidità e capacità di leggere le dinamiche dell'incontro.
Al termine delle 3 ore, qualcosa meno, della finale dell'Australian Open che Eurosport ha regalato in chiaro sul canale 9, queste sono le peculiarità viste nella finale tra il tedesco Alexander Zverev e l'azzurro con residenza monegasca Jannik Sinner.
Chi scrive non seguiva una partita di tennis da una trentina d'anni da quando a contendersi la scena erano Ivan Lendl, Pete Sampras, Andre Agassi, Boris Becker, Big Jim Courier e quella generazione lì di tennisti. Quando a commentare c'era Giampiero Galeazzi, ma soprattutto la coppia Rino Tommasi e Gianni Clerici. Con il senno di poi di tennis, chi scrive, non è mai stato appassionato, ma quale divoratore di sport, in passato anche il tennis faceva parte del suo bagaglio cultural sportivo.
Il segno del tempo trascorso è nei capelli bianchi dei giocatori anni 80-90 citati, nella scomparsa dei tre telecronisti ed anche che quando, chi sta digitando queste parole, giocava a tennis lo faceva nei campi della piscina comunale di Casale Monferrato. Oggi al posto della piscina c'è un supermercato ed i campi rasi al suolo per i parcheggi dedicati ai clienti dell'esercizio commerciale.
A ben vedere il fascino per il tennis di quegli anni c'era più che per gli atleti, per i racconti funambolici e carichi di cultura di Tommasi&Clerici, erano forse migliori i commenti e l'analisi che le giocate stesse passando da una citazione dotta che a volte non era comprensibile solo avendo fatto studi classici, ma era meraviglioso ascoltarli. Connotazione a latere. Un po' piatta la narrazione dei due cronisti su La9, capisco che il confronto è impari, ma un po' più di verve non sarebbe guastata, oltre a individuare e citare i numerosi personaggi dello spettacolo inquadrati sugli spalti.
Melbourne il teatro della messa in scena di un gran spettacolo sportivo. Le peculiarità snocciolate in apertura sono state proposte da entrambi i tennisti e per un osservatore esterno, scevro da partigianerie e per nulla tecnico, sono state una promozione del loro sport regalando momenti di agonismo e qualità di livello altissimo.
La sensazione è stata quella di un Sinner sempre in controllo, capace di resistere alle bordate (sempre o quasi la prima oltre i 200 km/h) del tedesco, ma soprattutto dando l'impressione di aver una maggior capacità di reinventarsi durante l'incontro e di cambiare atteggiamento di gioco in ogni momento non dando così parametri e punti fermi all'avversario.
La bellezza dell'altoatesino? La capacità di far sembrare normale ciò che invece di straordinario riesce a fare, senza essere un extraterrestre, ma un umano, baciato da una dote sportiva unica, mettendo in campo le sue debolezze come successo nei quarti di finale dove ha spaventato tutti con quel malore/attacco di panico, se si può dire così, affrontato e superato nell'arco di una ventina di minuti.
Game set match è un'espressione che qui su Bio Correndo si è trova spesso, magari più sui social, oggi più che mai: 6 - 3 / 7 - 6 / 6 - 3: GAME SET MATCH.
3 vittorie in una tappa del Grande Slam. Australian Open 2024 - 2025 - U.S. Open 2024.
Foto di copertina dal sito della tv 9
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