venerdì 26 luglio 2024

Il caso del triatleta Michele Sarzilla. Primo italiano nel ranking olimpico, ma escluso dalla Nazionale.

Stanno per iniziare le Olimpiadi, in questi giorni abbiamo visto immagini di atleti entusiasti ed emozionati pronti ad affrontare la sfida sportiva più importante. 
Come sempre non sono mancate le delusioni per una mancata convocazione. Il caso di Michele Sarzilla convocato come riserva ha fatto discutere diventando anche un caso social. Il triatleta risulta essere il primo italiano nel ranking olimpico e la scelta effettuata dalla Federazione per Michele non trova una giustificazione oggettiva, tanto che l'atleta decide anche di scrivere al Capo dello Stato Sergio Mattarella e al Presidente del CONI Malagò una lettera aperta e a chiedere un ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport. 
Di seguito trovate l'intera vicenda sino all'epilogo di venerdì 19 luglio. 

ANTEFATTO

Michele Sarzilla, dal giorno della comunicazione delle convocazioni olimpiche, ha parlato poco. La decisione di fargli vivere Parigi 2024 da riserva lo ha colpito duro.Difficile spiegare e, soprattutto, spiegarsi il perché di una tale scelta da parte dello staff tecnico federale, dal momento che è lui il migliore italiano nel ranking olimpico (è al 24° posto). Impossibile comprendere e digerire una tale conclusione, soprattutto perché nessuno ha deciso di motivarla, basandosi su aspetti e fattori tecnici, né all’atleta personalmente né attraverso i canali ufficiali. Se non con un breve parziale commento in cui si spiegava che – data la scelta di puntare tutto sulla gara a staffetta – era stato un algortimo – meccanismo alquanto discutibile e ancora sconosciuto a tutti, ad aver lasciato fuori dai “titolari” Sarzilla, preferendogli Alessio Crociani.

Sono passate più di tre settimane dal 6 giugno, giorno della pubblicazione delle convocazioni. E Michele Sarzilla, qualche giorno fa, ha deciso di parlare o, meglio, di scrivere a chi dello sport e dello spirito sportivo dovrebbe avere cura: al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, al Ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi, al Presidente del CONI Giovanni Malagò e al Presidente della Federazione Italiana Triathlon Riccardo Giubilei.

In quella lettera aperta c’è Michele Sarzilla: ci sono il suo modo di porsi, di pensare e di lavorare, senza arrampicarsi sui vetri o adducendo giustificazioni. E con l’esclusivo obiettivo di spiegare una volta per tutte i fatti, basandoli non su umani rancori, ma su dati precisi, con tabelle e tempi, mostrando che – proprio dati alla mano – risulta lui l’atleta più performante anche nella gara a staffetta.

Scrive Sarzilla: “Ritengo dunque che la decisione della FITRI di rifugiarsi dietro un modello scientifico così poco trasparente sia per me estremamente avvilente. Chiedo almeno alle persone che hanno preso questa decisione di metterci la faccia e di assumersi le proprie responsabilità rendendo pubblici i dati che hanno portato alla scelta della rosa dei titolari.
Il miglior atleta italiano è stato usato come un atleta usa e getta, mandato in viaggio in giro per il mondo per due anni, totalizzando punti e risultati per poi essere lasciato in panchina. Una decisione di una pochezza umana notevole e un metodo di comunicazione meschino, poco consono con i valori di una Federazione cui motto è sempre stato “Noi siamo uno”.
Le decisioni possono essere giuste o sbagliate, accettate o criticate, ma devono sempre e in ogni modo essere esposte con chiarezza e, se argomentate su dati scientifici come dichiarato, questi devono essere trasparenti, visibili e consultabili.”

“Sono certo che da una tale decisione a perdere siamo tutti:
- io perdo la possibilità di realizzare un sogno che cullavo da tempo, e probabilmente anche l'ultima possibilità di realizzarlo, dal momento che compirò 36 anni tra pochi giorni;
- la FITRI perde la credibilità davanti a giovani atleti che vedono un esempio lampante di poca coerenza e meritocrazia. Con che parole gli allenatori di domani inciteranno i propri giovani atleti a raggiungere risultati sempre più alti? Per quale motivo dovrebbero farlo, se poi nei giorni che contano i risultati, questi non vengono presi in considerazione?
- il Consiglio Federale e il Presidente Riccardo Giubilei perdono; il Presidente, non godendo più della maggioranza in Consiglio e vedendosi dimettere sei di dieci consiglieri, si è visto obbligato a indurre nuove elezioni;
- Alessio Crociani perde, dal momento che si vedrà cadere una responsabilità enorme sulle sue spalle, quella di disputare una gara Olimpica senza aver l’esperienza per gestire l’ansia e la tensione che una gara di quel livello genera;
- le migliaia di appassionati di triathlon italiani perdono, un mondo che vede il loro sport “contaminato” e corrotto da temi politici che normalmente dovrebbero rimanere fuori dai campi gara, specialmente se si tratta della gara olimpica;
- e infine, perde la squadra Italia, ragazzi e ragazze poco uniti verso il loro sogno, impauriti e carichi di pressioni da chi, negli ultimi anni, non è stato capace di indurre in loro alcuna fiducia.”

COSA CHIEDE SARZILLA
Sarzilla chiude così la lettera aperta: “Chiedo, chiediamo tutti, un interessamento da parte vostra su questa vicenda poiché non è possibile ignorare quella che mi sembra una notevole ingiustizia e una sconfitta per lo spirito sportivo che anima le Olimpiadi.
Sono a conoscenza del regolamento e so che fino al 5 luglio 2024 c’è tempo per modificare le scelte
eseguite. Chiedo che i dati forniti vengano presi in considerazione affinché il 30 luglio e il 5 agosto 2024 a Parigi possa scendere in campo la miglior squadra, quella più performante e quella capace di conquistare il miglior risultato possibile”.

LA DICHIARAZIONE DI LUCA SACCHI
Luca Sacchi, presidente del DDS-7MP Triathlon Team: «Vorrei che a Michele Sarzilla venisse data la dignità di atleta e di uomo che merita. Che venisse tutelato da ogni organo che disciplina lo sport in Italia. Le posizioni di vertice hanno la forza e il potere di farlo, ma soprattutto il dovere di vigilare sulla correttezza. Sono contento che Michele si sia rivolto a Loro e mi auguro che ci sia serietà e responsabilità nell'analizzare la situazione».

Il 4 agosto torna il Trail di San Zaccaria
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EPILOGO

L’epilogo fa male. Quanto tutta la vicenda. Il Collegio di Garanzia dello sport, venerdì 19 luglio, ha respinto il ricorso presentato da Michele Sarzilla contro le decisioni della Federazione Italiana Triathlon in merito alle convocazioni olimpiche. Comunicate il 6 giugno scorso.

A fine udienza Michele Sarzilla aveva rivolto al Collegio di Garanzia un appello personale affinché i giudici, nel decidere la sua posizione, lanciassero il chiaro messaggio che nello sport contano i risultati. Il suo messaggio è caduto nel vuoto.

«Sono molto deluso dall’ennesimo assurdo episodio di malafede nei miei confronti – ha dichiarato Sarzilla –, ma contemporaneamente sono contento di aver portato a termine questo percorso fino alla fine, con coerenza e dignità. Ora voglio solo allenarmi in vista dei prossimi obiettivi, sono sicuro che fra non molto rialzeremo le braccia in segno di vittoria, come abbiamo agito finora, assieme.»

LA MOTIVAZIONE DEL COLLEGIO DI GARANZIA DELLO SPORT
Il Collegio di Garanzia dello sport, presieduto dall’avvocato Massimo Zaccheo, dopo aver ascoltato Michele Sarzilla e il suo avvocato Cesare Di Cintio, si è così espresso: “Nel giudizio iscritto al R.G. ricorsi n. 38/2024, presentato, in data 6 luglio 2024, dal sig. Michele Sarzilla nei confronti della Federazione Italiana Triathlon (FITri), con notifica effettuata anche al sig. Gianluca Pozzatti, alla 707 S.S. Dilettantistica a r.l., al sig. Alessio Crociani e al Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre A.S.D., contro il provvedimento con cui la Federazione Italiana Triathlon ha preso atto delle indicazioni del CTS (Comitato Tecnico di Selezione) in merito alla selezione degli atleti destinati a partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, di cui al comunicato stampa del 6 giugno 2024, ancorché mai comunicato e/o notificato, nonché per l'annullamento di ogni delibera e/o provvedimento presupposto o connesso, anche, ove occorra, dei criteri di selezione olimpica e, comunque, di ogni atto presupposto e precedente anche se non conosciuto.
Dichiara la propria incompetenza ex art. 54 CGS CONI.”.

COSA SIGNIFICA LA DECISIONE DEL CONI
Michele Sarzilla ha sottoposto al Collegio di Garanzia dello sport dati oggettivi. Quelli del ranking di qualificazione olimpica: 24° assoluto (e 1° italiano). Contro il 95° posto di Alessio Crociani, il triatleta a lui preferito per Parigi 2024. Ma non solo. Ha confrontato i suoi risultati e tempi di frazione e totali, nelle gare individuali e a staffetta, con quelli di Crociani e Gianluca Pozzatti, l’altro triatleta che difenderà l’Italia alle prossime Olimpiadi. Il risultato non lascia dubbi: è lui il migliore. Eppure…
Sarzilla si è rivolto al CONI quale organo a cui è demandata la preparazione olimpica confidando nel fatto che un organo di giustizia al di sopra della Federazione avrebbe garantito imparzialità. Invece il CONI “se ne è lavato la mani” e ha semplicemente sentenziato che la materia doveva essere decisa dai giudici federali. Giudici, quindi, interni all’organo che ha ufficializzato le convocazioni, la Federazione appunto. Un circolo vizioso, che mostra come non esista una procedura specifica che tuteli gli atleti e riconosca un percorso di giustizia veloce, garantito e imparziale.

RISERVE O ESCLUSI?
Michele Sarzilla non andrà a Parigi. Non è stato neppure inserito nel gruppo di allenamento azzurro pre-olimpico. E non è stato presente il giorno della presentazione ufficiale della squadra olimpica di triathlon alla stampa, svoltasi a Pergine (TN) il 3 luglio scorso. La domanda è spontanea: è riserva o escluso?

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