Due ipotesi proposte dalla Fidal al fine di riprendere anche la distanza di corsa del doppio giro di pista, ma soprattutto affinchè i risultati ottenuti siano considerati validi per le graduatorie internazionali.
Un successo dunque per la federazione che ha ottenuto il benestare tanto atteso, ma soprattutto aver dato la possibilità a quegli atleti di rilievo a livello nazionale di poter tornare ad allenarsi con un obiettivo a medio termine e non gettar via la stagione.
Tutto bene dunque? Non proprio.
Il paragone è giocoforza inevitabile e non è il solita piangisteo dello sport povero al cospetto del colosso - economico - chiamato calcio; come si fa a non pensare alla ripresa del campionato di calcio dove in 22 si trovano a correre, calciare, saltare e scontrarsi per un'ora e mezza, mentre per l'Atletica Leggera viene "concessa" un'anomala formula per una distanza, mentre tutte le altre di corsa superiori, fatti salvi forse i 1500, non hanno al momento un cronoprogramma di riproposizione.
Non sono le regole ad essere indigeste, almeno non lo sono per chi scrive, lo sono le disparità, le incongruenze, il permettere a qualcuno qualcosa e ad altri no che rende fastidioso doversi attenere ad una disposizione strutturalmente corretta, ma iniqua rispetto a quanto stiamo per vedere nello sport nazional popolare che genera milioni di euro e attenzioni mediatiche internazionali.
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