A salutare il pubblico con le braccia alzate, a ricevere le medaglie con il logo dell'evento e a vedere la bandiera del proprio Paese alzarsi sui pennoni; deve essere un'emozione incredibile.
Un'emozione che è stata negata a Libania Grenot.
Agli Europei di Barcellona nel 2010 Libania conquista il quarto posto nella finale dei 400m, un piazzamento comunque onorevole, è la 4^ donna europea più veloce nel giro di pista, ma a sporcare quella finale è l'ennesimo caso di doping con squalifica retroattiva.
La gara fu vinta dalla russa Tatyana Firova, squalificata per doping dal 9 giugno 2016 per 4 anni e tutti i suoi risultati conseguiti dal 20 agosto 2008 al 31 dicembre 2012 invalidati.
In questo modo la nostra Grenot passa dalla medaglia di legno a quella di bronzo.
Non è nemmeno la prima volta che le capita, già nel 2012 la staffetta italiana 4x400 composta da Bazzoni, Milani, Spacca, Grenot si trovò a passare dal 4° al 3° posto per squalifica della rappresentativa russa.
Due terzi posti che non potranno più essere vissuti come avrebbero meritato, con le atlete sorridenti a fare il giro di campo d'onore, le foto con le medaglie in mostra, gli abbracci con i compagni di squadra.
Il doping non è eticamente corretto, rovina corpo e mente ed è egoistico.
Egoistico perchè per uno che gioca sporco l'altro perde non solo la posizione che probabilmente meritava, ma gli viene rubata l' emozione del momento che a distanza di anni non recupererà più.
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