Marco Giazzi ha la testa sulle spalle e allena dei ragazzini, under 13, lo sport è il basket.
Coach Marco Giazzi decide che la partita debba finire prima, decide di perdere a tavolino per far capire ai suoi ragazzi che si deve reagire alla maleducazione e all'inciviltà di qualcuno.
Marco Giazzi dall'alto dei suoi 25 anni ha vinto e ha reso certamente migliori noi che leggiamo la sua storia e le sue parole.
Marco Giazzi ha vinto con la sua reazione e questo è il suo sfogo - racconto
Oggi più che mai abbiamo bisogno di segnali forti nello sport giovanile.
Ore 11:00, gara under13 come ce ne sono tante, in casa, con il miniarbitro classe 2005 che calca i parquet per le prime volte, a due mesi dal corso.
Salto a due e subito dagli spalti "fischi solo a loro, e ma guarda, è passi, è fallo, non ci vedi?", con intensità sempre maggiore. Finisce il primo quarto, siamo sopra!
Inizia il secondo, la musica non cambia, sempre la stessa "è un massacro, e i falli, e le mani addosso, non ci vedi, quello è antisportivo, e questo non lo vedi?". I ragazzi si innervosiscono, aumentano le scorrettezze in modo proporzionale alle proteste del pubblico.
Siamo ancora sopra, +10, una gioia immensa visto che veniamo da 6 sconfitte consecutive.................ma poco importa!
Si riparte con la terza frazione, fallo tecnico a un giocatore, che ha perso le staffe. La platea impazzisce, "tu sei un criminale, gli hai fatto male apposta", "che cazzo dai tecnico, vergognati coglione, vai a rifare il corso, quanto ti pagano?", di più, di più e ancora di più.
Stiamo vincendo bene, 43 a 33, un mio giocatore fa un fallaccio, non fischiato dall'arbitro. E giù insulti. Non ne avevo necessità, ma decido di chiamare un time out.
Mi avvicino ai genitori sugli spalti e dico: "vi state rendendo conto di cosa sta succedendo? Noi qui in campo stiamo giocando a basket tutti insieme, ci lasciate fare ciò che ci piace in pace? E poi, potete smettere di protestare e insultarci?"
La risposta non è tardata. "Vergognati, deficiente, non devi dire a noi quello che dobbiamo fare, e poi la tua squadra non gioca a basket, chiamalo rugby o pugilato ma il basket è un'altra cosa".
Gara sospesa nel terzo quarto, sul +10 per noi. Ritiro la squadra e spiego ai ragazzi la scelta. Non è colpa loro.
Chiedo l'omologazione 0-20, perché è stata una mia scelta il non voler giocare in questa situazione, e sinceramente né a me né ai miei ragazzi conta vincere ma fare ciò che ci piace nel clima più sereno possibile.
Ore 13:00. Fisso la palestra e non c'è più nessuno. Un vuoto.
Stamattina non hanno perso i ragazzi in campo...ma il basket, lo sport.
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