sabato 2 dicembre 2017

Eliana Patelli nell'incubo della Violenza di genere. La sua storia a distanza di 10 anni

Una settimana fa su Bio Correndo si è celebrato il 25 novembre, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Una settimana dopo affiora una storia che riguarda uno di noi. Eliana Patelli.

Eliana è una forte atleta lombarda, di Bergamo per la precisione. L'ho vista in azione due anni fa alla Stra Cairo. Arrivò seconda dietro a Emma Quaglia. Non la conoscevo ancora se non per il palmares. 1h15' e spiccioli in mezza, 35'33" sui 10000 mt, giusto per far capire la caratura della Donna Atleta.

La storia raccontata su Araberara (giornale della bergamasca) però è un'altra. Quella purtroppo di tante donne che subiscono la violenza fisica e psicologica di un uomo, se così si può definire.

Ecco la sua testimonianza a 10 anni dai fatti raccontati:

L’errore mio è stato quello di perdonare il primo livido, non lo si deve mai fare, non lo deve fare nessun’altra, si deve subito dire basta alla violenza perché se lo fai la prima volta lo fai sempre, come ho fatto io. Chi si trova oggi nelle condizioni in cui ero io, deve capire che perdonando ci si fa solo del male a se stesse. Chi ti picchia, chi ti fa del male, non merita il tuo amore”.

e ancora:

Quella mattina d’inverno non me la scorderò mai avevo passato l’ennesima notte chiusa in casa da sola, ad attendere che lui tornasse dopo una notte brava con gli amici. Non era la prima volta, anzi, ormai era la prassi, lui mi chiudeva in casa e se ne andava via per tornare poi solo al mattino, ubriaco e drogato, ma io ero sempre lì che lo aspettavo, in ansia per lui. Anche quella mattina erano le dieci e lui non tornava, io ero preoccupata per lui, pensavo ad un incidente, a qualcosa di tragico. Non so però cosa è scattato quella volta, nevicava ed io mi misi addosso una giacca da snow e uscii di casa scavalcando il cancello, iniziai a correre sotto la neve pur indossando i pantaloni del pigiama e non mi fermai per un’ora e mezzo. Correvo e piangevo e più correvo più mi liberavo dalle mie paure, dai miei tormenti, la gente mi guardava incredula ma a me non importava, continuavo a correre nel freddo e mi sentivo sempre meglio, passo dopo passo. Ricordo che più correvo e più non sentivo la fatica. Quando sono tornata a casa ho deciso di chiudere questa storia che mi portavo dietro da dieci anni”…

L'intervista completa sul giornale cartaceo.

Quello che resta è la forza che ha avuto Eliana con la corsa come elemento scatenante per la via d'uscita. In questi 10 anni Eliana ha portato con se un peso importante, l'averlo raccontato forse significa in qualche modo di esserne definitivamente uscita, anche se di certe esperienze rimangono cicatrici difficilmente removibili.

Il sito di riferimento: www.araberara.it

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