Di preciso non so quale sia il lavoro che è in corso d'opera, ma è comunque un qualcosa che si attendeva da tempo. Il disagio per i ragazzi è bypassato dalla prospettiva di avere una struttura migliorata.
E poi. E poi succede che in una zona d'Italia lontana dal Piemonte, Acquaviva delle Fonti nel barese, un fatto doloso sovverta il pensiero dell'importanza del benessere di una pista, mettendo in primo piano il rispetto della legalità, prima dell'interesse sociale dell'attività sportiva. Un episodio che si incardina in quella micro e forse macrocriminalità che siamo abituati a sentire quasi distrattamente nei telegiornali, ma che per una volta incide direttamente e negativamente nel nostro mondo.
La Repubblica scrive che l'episodio è riconducibile all'appalto per la gestione dell'impianto e quello che è successo, l'incendio ad un chiosco in legno che ha interessato anche la pista di atletica, è di matrice mafiosa o di tipo mafioso. Che i responsabili siano identificati dalle Forze dell'Ordine o meno resta un fatto delinquenziale contro ogni singola persona che creda nel rispetto delle regole.
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