L'Atleta e l'Allenatore/Divulgatore, rigorosamente maiuscolo per enfatizzare i ruoli di entrambi. Nel fine settimana appena concluso Simona ha compiuto un'impresa e per una volta non è una iperbole. Alla 1^ 100 miglia (160 km circa) della carriera, ad una quota di 3500 - 4000 metri, in una delle 3 tre manifestazioni più importanti del settore negli States, ha conquistato la 2^ posizione fra le donne, 15^ assoluta su oltre 650 partecipanti. Un risultato cercato e ottenuto stringendo i denti e lottando fino alla fine, com'è nelle sue corde.
Ecco le sue parole:
Una prestazione straordinaria. 2^ in un evento dal
respiro mondiale. Come ti senti? Hai metabolizzato il successo e il traguardo
raggiunto?
Sono piena di vuoto. Ogni cellula del mio corpo sta assaporando il senso di libertà psicofisica che uno sforzo del genere, protratto per mesi può portare.
Un passo indietro. La 100 miglia di Leadville è
considerata la classica delle classiche degli Stati Uniti. Hai sentito il peso
di essere della partita? E cosa rappresentava per te questa gara?
Era gennaio quando ho accettato di correre questa gara, ho passato tutta la stagione focalizzata al giorno zero. L'obiettivo era stare sulle 20h quindi vittoria o podio.
Questo significa avere ogni giorno un pensiero fisso. In ogni allenamento e gara c'è sempre stato un pezzo di Leadville.
Quando mi sono infortunata mi è caduto il mondo addosso ma con costanza e cercando in ogni istante di rimanere concentrata di testa non ho voluto mollare o meglio, non potevo farlo, l'investimento a 360 gradi era stato così alto che non mi sarei mai perdonata un atteggiamento remissivo.
Ed ora che l’hai corsa puoi dire che merita l’alone di
leggenda che ha su di se questa gara?
Assolutamente si. Io stessa avevo un po' sottovalutato le caratteristiche per la quale questa è considerata una leggenda tra le 100 miglia. Correre ad alto ritmo e ad alto livello per 160 km, farlo tra 3500 e 4000 metri di altitudine vi garantisco che è un'impresa complessa. Il deperimento organico che ho subito è stato devastante. Ho perso più di 3 kg in meno di sette giorni tra grasso e massa muscolare. Il cuore non riusciva a pompare ossigeno ai muscoli e la disidratazione da altura mi ha letteralmente prosciugata.
Esistono molte gare estreme o definite tali in giro per il mondo ma la differenza è che molte sono "ultra trekking veloci" o viaggi avventura, a Leadville si trovano a competere insieme i migliori atleti al mondo, i ritmi sono quelli di una maratona ma per 160 km in montagna. Definirla leggenda non è quindi semplice marketing.
100 miglia non sono uno scherzo. Temevi la distanza?
Soprattutto anche per l’infortunio a ridosso della gara. Hai pensato di non
farcela? Il percorso si addiceva alle tue caratteristiche?
Ho accettato di correrla proprio perché il percorso si addiceva alla mie caratteristiche, una gara di trail molto veloce. È stata una sfida perché non avevo mai corso una 100 miglia e farlo proprio alla Leadville poteva sembrare poco lungimirante ma uno non va oltre oceano investendo tutta una stagione per farsi un giro su percorsi diversi. Queste gare, a questi ritmi, sono supportate da anni di trail gestite con estrema professionalità e da una programmazione annuale mirata e focalizzata. Se ho accettato è perché insieme a Fulvio sapevamo di potercela fare, le incognite ci sono sempre ma difficilmente migliori e ottieni se stai solo a guardare gli altri che fanno mentre tu coltivi il tuo orticello.
Un rammarico per non essere riuscita a vincere o il 2°
posto è una gratificazione per il grande lavoro svolto in questi mesi?
La strategia dopo l'incognita infortunio era quella di partire al mio ritmo senza stressarmi per le eventuali avversarie davanti o dietro di me. Quando siamo partiti la Harron, che era venuta per fare record gara è partita per i primi km tenendo il ritmo dei 3.40 ho pensato ok, se ci riesce chapeau altrimenti la incontrerò più avanti. Così è stato, l'ho superata ed ho tenuto la testa della gara fino al 90 km. Il problema della gamba è arrivato durante la discesa di 1000 metri dal primo 4000 intorno al 70km, da quel momento ho dovuto rallentare perché in ogni discesa mi era impossibile allungare il passo, mantenere la seconda posizione tirando fuori ciò che mai mi era riuscito di fare prima mi ha appagata. Non ho rimpianti, sono genuinamente felice così.
Ottavio Massarenti ha scritto che “Tu hai scritto la
storia” e l’ha scritto tutto maiuscolo per rimarcare l’impresa. Senti di aver
fatto qualcosa di grande per te e per il trail italiano?
Per me sicuramente sì, i motivi sono scritti nelle risposte precedenti, sono altrettanto orgogliosa di aver portato il tricolore su uno dei gradini più importanti al mondo. Dicono che prima di me nessun atleta italiano è mai riuscito nell'impresa di andare a podio in una gara trail americana e questo, ovviamente, mi rende estremamente appagata.
C’è un aneddoto in gara che vuoi raccontare? Un incontro,
un momento di enfasi agonistica o di sconforto, magari il momento in cui hai
capito che la 2^ posizione era tua…
Il momento che ho impresso a fuoco e che spero rimanga tale perché sono sicura servirà nelle prossime sfide è come ho corso l'ultimo intermedio dal 140 al 160 km. Uno dei migliori della gara e non solo di questa edizione. Josh, il peacer dell'ultima frazione è stato formidabile, ha saputo gestirmi, mi ha capita e con un rigore incredibile è riuscito a farmi uscire una forza che non credevo di avere. In alcuni tratti, dopo 150 km riuscivo ancora a correre ai 4.30. Incredibile cosa si riesce a fare con la testa se non si ascolta il corpo.
Dopo un grande obiettivo raggiunto senti una pace interiore o il fermento di un nuova meta da raggiungere sta maturando e prendendo forma?
Dopo un grande obiettivo raggiunto senti una pace interiore o il fermento di un nuova meta da raggiungere sta maturando e prendendo forma?
Mai stata bulimica di allenamenti e gare. Ho sempre avuto un atteggiamento che ritengo professionale, gare programmate, pochi ma importanti obiettivi. In questo modo riesco a mantenere il giusto distacco ed evito di sfinire il mio corpo oltre il dovuto.
Parlerò dei prossimi obiettivi più avanti, adesso voglio rilassare il mio corpo ma soprattutto la mente perché per fare bene devi avere entrambe le cose a posto.
Grazie Simona, complimenti e dopo il meritato riposo ti aspettiamo sulla prossima start line per un'altra grande prova
Grazie Simona, complimenti e dopo il meritato riposo ti aspettiamo sulla prossima start line per un'altra grande prova
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