16-07-2017
Il solito enigma della domenica mattina…
Il solito enigma della domenica mattina…
”Sarà meglio partire forte all’inizio, rischiando poi di trovarsi in
crisi nella fase finale, oppure partire gestendo la velocità per andare in
progressione verso la fine?”
Leggo un volantino, “Giro del lago del Moncenisio”, il giorno prima da perfetto incosciente,
decido di provare a fare questa gara che avevo gia’ fatto nel 2013. Sono 16 km
in altura su strade molto nervose, e considerando che da almeno un anno ho
fatto al massimo gare da 10 km, sul podio degli incoscienti salgo sicuramente
al primo post
Butto quattro cose in una borsa e si parte, per andare a
dormire in zona la sera del sabato.
Il luogo si trova sulla strada del Moncenisio a 2000 metri
di altitudine. Parto da casa con 30 gradi di temperatura e arrivo in quota con
15 gradi di meno, ma la montagna mi attira troppo.
La domenica partenza della gara alle ore 10. Più di 500 i
concorrenti per una corsa molto particolare. Discese seguite da
salite abbastanza ripide. Primi km su asfalto, per passare dal quinto in poi su
sterrato a volte ricoperto da sassi, sembra messi li per procurare storte e
cadute. Infine gli ultimi tre km che ti mettono alla prova. Attraversamento
su una diga che sembra non finire mai, e a seguire due km che per gli
specialisti di corsa in montagna saranno pure semplici, ma che per 400 podisti
su 500 si rivelano un vero calvario prima di giungere al traguardo.
Si parte, i migliori scattano come forsennati mentre io
decido di stare molto guardingo nei primi km per la paura di non arrivare in
fondo. Mi ricordo vagamente il percorso fatto 4 anni prima e mi
sembra di ricordare un tempo di poco inferiore alle due ore. Ultimamente ho
fatto allenamenti di poco superiori all’ora, quindi calma e non mi lascio
trascinare dal vortice dei più veloci. Sempre molto guardingo supero il primo
tratto asfaltato, quindi proseguo sullo sterrato arrivando circa a metà lago
senza soffrire più di tanto, anche se le gambe non mi sembrano quelle dei
giorni migliori. Però l’ho presa abbastanza calma e provo ad aumentare.
Vedo che ci riesco e anche il tempo paragonato a quello di quattro anni prima mi sembra buono. Vado avanti, supero qualcuno, e dopo qualche curva e qualche salita abbastanza impegnativa arrivo in vista della diga. Rapida discesa e ci sono sopra. A me contrariamente a quanto sento dire da chi mi corre vicino, i lunghi tragitti dove non vedi mai la fine, non mi danno fastidio. Così supero quel tratto di circa 1500 metri abbastanza agevolmente. Alla fine, attacco la tremenda salita finale di circa due km in discrete condizioni.
Le energie risparmiate nel primo tratto del percorso ora mi tornano utili, e prima di giungere felice all’arrivo riesco a superare molti podisti in crisi. La cosa mi soddisfa e mi appaga della fatica fatta. Schiaccio il cardio e guardo abbastanza sorpreso.. meno di un’ora e mezza. C’e’ qualcosa che non torna con il tempo di 4 anni prima, non posso averci messo mezz’ora in meno… Poi un’illuminazione che si trasforma in una grassa risata mentre mi rifocillo all’ottimo ristoro preparato dalla società organizzatrice. L’altra volta era una mezza, perbacco erano 5 km in più! Che asino che sono!
Vedo che ci riesco e anche il tempo paragonato a quello di quattro anni prima mi sembra buono. Vado avanti, supero qualcuno, e dopo qualche curva e qualche salita abbastanza impegnativa arrivo in vista della diga. Rapida discesa e ci sono sopra. A me contrariamente a quanto sento dire da chi mi corre vicino, i lunghi tragitti dove non vedi mai la fine, non mi danno fastidio. Così supero quel tratto di circa 1500 metri abbastanza agevolmente. Alla fine, attacco la tremenda salita finale di circa due km in discrete condizioni.
Le energie risparmiate nel primo tratto del percorso ora mi tornano utili, e prima di giungere felice all’arrivo riesco a superare molti podisti in crisi. La cosa mi soddisfa e mi appaga della fatica fatta. Schiaccio il cardio e guardo abbastanza sorpreso.. meno di un’ora e mezza. C’e’ qualcosa che non torna con il tempo di 4 anni prima, non posso averci messo mezz’ora in meno… Poi un’illuminazione che si trasforma in una grassa risata mentre mi rifocillo all’ottimo ristoro preparato dalla società organizzatrice. L’altra volta era una mezza, perbacco erano 5 km in più! Che asino che sono!
Comunque essere partito con il timore di non riuscire a
correre per due ore ed essermi risparmiato all’inizio, mi ha aiutato a finire
una gara comunque difficile in maniera più che dignitosa per me. (Chiaramente
per chi legge, mi sto riferendo a tempi da tapascione della domenica, e anche
non più giovanissimo) Ma credo che una regola, ammesso che esista, possa essere applicata, con velocità diverse,
sia da chi corre a 3’30” al km che da chi invece corre a 6’ al km.
Il tutto quindi si è concluso con una bella giornata di sole
e una ottima organizzazione, che direi e’ la prima cosa da mettere in conto
quando si affronta una competizione. Ho visto molta gente soddisfatta dopo
l’arrivo, a partire dal primo arrivato che per la cronaca e’ stato l’unico a
rimanere sotto l’ora, a chi concludeva nelle ultime posizioni, cimentandosi in
uno sprint forsennato nei 50 metri finali in leggera discesa.
Galleria Fotografica a cura di Pod. Bussoleno
Galleria Fotografica a cura di Monica PH
Galleria Fotografica a cura di Pod. Bussoleno
Galleria Fotografica a cura di Monica PH
16/07/2017, Giro del Lago del Moncenisio, Plan de Fontainettes (TO), trail km. 16.0 (D+ 370m), RISULTATI
508 classificati
(Fonte: Fidal Piemonte)
Nessun commento:
Posta un commento