Sottotitolo: L’IRRAZIONALITA’ DEL PODISTA (e la sfiga!)
L’undici
ottobre avevo corso quella, che a causa della fatica provata, avevo deciso
sarebbe stata l’ultima mia Maratona.
Non voglio
continuare a scrivere cose che magari non interessano a nessuno, ma grazie
all’ospitalità del Blog Bio Correndo, a questo punto devo almeno “chiudere il
cerchio”.
La settimana
successiva i giorni passavano con pensieri deludenti che mi circolavano per la
testa: come potevo interrompere e chiudere la mia”carriera” di Maratoneta in
una maniera cosi penosa?
Il mio 2015 podistico,
sarebbe rimasto “macchiato” come anno infelice, per aver impiegato oltre un’ora in piu’ rispetto alle mie varie
partecipazioni a maratone, va bene che
gli anni e le primavere passano, ma non
ci poteva stare.
Prima della
mia partenza per la Baviera,l’amico Fausto, mi aveva chiesto se avessi avuto
voglia di raccontare il mio viaggio per farne poi una pubblicazione sul suo
Blog. Nonostante a scuola io fossi una capra, ne era venuto fuori un racconto
abbastanza gradevole, e alla sua pubblicazione mi avevano commosso i molti
complimenti e attestati di stima su FB…
Molti
scrivevano: “ NON SARA’ SICURAMENTE
L’ULTIMA” contrariamente a quanto io avevo quasi giurato, a causa della sofferenza
patita.
Pensavo e
ripensavo a quell’arrivo nell’Olimpiastadion di Monaco di Baviera, alle lacrime
di emozione versate 10
metri dopo il traguardo, nonostante la mia prestazione
cosi deludente, ma cosi fantasticamente piacevole pure con l’immensa fatica impiegata.
Tra un pensiero e l’altro mi pulsavano nel
cervello parole in Tedesco che si
trasformavano in immagini frammischiate
ad altre parole in Italiano:
-
Munchen
-
FIRENZE
-
Olimpiapark
-
LUNGARNO
-
Goethestrasse
-
PIAZZA DELLA SIGNORIA
-
Olimpiastadion
-
CATTEDRALE DI S. MARIA DEL FIORE
-
Ziel
-
CAMPANILE DI GIOTTO E BATTISTERO
-
CHIESA DI SANTA CROCE
-
ARRIVO
Sentivo
tremendamente la voglia di dare ancora una
scossa positiva, se ci fossi riuscito, al mio passatempo preferito.
Erano bastati
due giorni a smaltire la delusione e i dolori alle gambe , e gia’ stavo
pensando di tuffarmi in un’altra impresa del genere che mi si sarebbe
presentata davanti dopo un mese e mezzo.
“
Chiunque mi prendera’ per pazzo. PAZIENZA…”
Non ne parlavo
assolutamente con nessuno, per non essere rinchiuso in un manicomio, ma la mia mente lavorava….
“IL PERCORSO
DELLA FIRENZE MARATHON LO CONOSCO BENE….L’HO GIA’ FATTA 4 VOLTE…” come se potesse bastare
conoscere il percorso…
“E POI A
FIRENZE IL PASSAGGIO DELLA MEZZA E’ PROPRIO VICINO ALL’ALBERGO DOVE DI SOLITO
VADO A DORMIRE…..AL MASSIMO SE NON MI SENTO IN
FORMA NEANCHE IN QUEL GIORNO….DOPO IL 21° MI BUTTO SOTTO LA DOCCIA…”
Provavo a
tastare il terreno anche con la moglie che aveva visto il mio incedere penoso a
Monaco: “ STO PENSANDO DI FARE FIRENZE
A FINE NOVEMBRE”
Risposta in
maniera bonaria: “MA SEI SCEMO?” ….e meno male che era bonaria……
Secondo
tentativo sempre con lei qualche giorno dopo, questa volta per sms: “ED ORA SI
VA A FIRENZE PER CERCARE DI MIGLIORARE
IL RISULTATO INACCETTABILE DI MONACO”
Successiva
risposta sempre tramite sms: …..“NEL CASO …..DOVE VUOI CHE LE SPARGA LE TUE
CENERI? IN UNA STATUETTA A FORMA DI
MARATONETA, OPPURE…DIMMI TU…”
Bene!!! Un
inizio incoraggiante….le premesse per andare e fare bene c’erano
veramente tutte………Ah Ah Ah…
20 ottobre, prenotazione camere effettuata e iscrizione fatta, anche per gli altri due miei compagni di viaggio a Monaco, Elisa e Mario, che nel frattempo avevo convinto senza neanche dover insistere più di tanto.
Qualche
settimana dopo si sarebbe aggiunta, più “pazza” di noi, la nostra amica
Federica di Brescia, leggermente delusa
dal cronometraggio finale della sua Maratona di Ravenna l’8 novembre.
Numero del
mio pettorale 5678 una sequenza scaramanticamente
interessante!
Pensavo ogni
tanto con qualche timore a quanto avevo sentito dire al nostro “guru” Pizzolato
nel commento di NY.
“La Maratona
e’ una disciplina che ti porta all’esaurimento delle scorte e delle forze”
Comunque gli allenamenti proseguivano senza essere
troppo assillanti. L’importante era farla tutta di corsa senza problemi e senza soffrire più di tanto, e il tempo finale sarebbe stato sicuramente
migliore di quello di Monaco.
Ad una
settimana dall’evento, Elisa in un attimo di distrazione al di fuori degli
allenamenti, inciampava in uno scalino e cadeva a terra.
Conseguenza,
un labbro escoriato e purtroppo un ginocchio gonfio con ematoma…
Mi veniva in
mente un pensiero con il quale avevo gia’ avuto a che fare anche io in passato…
“….durante la preparazione della la
maratona, fai sempre molta attenzione, perchè
fino a che non sei nella griglia
di partenza e a pochi secondi dallo sparo non sei mai sicuro di riuscire a
correrla…”
Per lei una
settimana di terapie e argilla e poi per tutti partenza verso la citta’ di
Dante.
Ormai ci
siamo. Domenica mattina 29 novembre, sveglia alle 5,30 preparativi vari,
colazione e si esce dall’albergo per dirigerci verso il deposito borse. Io, Elisa
convinta a provare perlomeno a partire, Mario e Federica .
Il freddo e’
pungente ma l’adrenalina e’ tanta.
Diecimila
persone sistemate in griglia pronte a partire, non si vedono tutti i giorni..
Si buttano
via gli ultimi indumenti tenuti per non raffreddarsi e dopo il minuto di
silenzio per le vittime in Francia, un forte sparo da il via alle ostilità.
Ormai non rimane che correre per 42 lunghi
chilometri.
All’inizio
tutto fila liscio, le gambe girano abbastanza bene per il ritmo che mi ero
prefissato. Le vie della partenza sono larghe e l’eventuale superamento di gente che
va più piano non e’ estremamente difficoltoso.
I chilometri
scorrono, 5 – 10 – 15 tutto bene anche se con le orecchie sempre dritte ad ascoltare il
minimo dolorino alle gambe. Mi accorgo che il fiato ci sarebbe anche per andare
più forte, ma l’esperienza insegna e
cerco di tenere un ritmo sempre costante.
Si arriva nel
parco delle Cascine e dopo un lungo
avanti e indietro si ritorna per la prima volta
verso il centro città.
18 – 19 – Palazzo Pitti sulla destra, si sfiora
Ponte Vecchio, il pubblico a bordo
strada aumenta e per me questa presenza
e’ come un’iniezione di forza e di adrenalina.
20 – 21 – Mezza Maratona qualche dolorino alle
gambe viene fuori ma per ora e’ controllabile…
Penso che a
Monaco, a questo punto ero già in piena
crisi.
25 – 28 - 30
Mentre si gira attorno all’Artemio Franchi, lo stadio della
Fiorentina, sto aspettando il famoso
muro del trentesimo chilometro, che per il podista e’ un po’ uno spauracchio, ma forse perchè mi sono dosato bene non mi
sembra di sentirlo arrivare e continuo tra pubblico e orchestrine, più o meno
sempre allo stesso ritmo pensando .. “quando arrivo in centro per la seconda volta, manca poco al traguardo e
allora non mi tiene piu’ nessuno.”
35 – 36 Battistero di S. Giovanni, cattedrale
di S. Maria del Fiore, campanile di Giotto, e come ogni volta che mi se presentano davanti
queste meraviglie mi sfiora sempre lo stesso pensiero: “…quanto eravamo bravi e cosa eravamo capaci
di fare in quei periodi cosi remoti…”
Mi godo le
urla del pubblico presente e dopo un nuovo passaggio in riva all’Arno, questa
volta si attraversa Ponte Vecchio. La
gente e’ assiepatissima dietro le transenne, le gambe e la mente hanno solo
voglia di aumentare ancora.
38 – 39 Quando poi si imbocca Piazza della
Signoria e mancano solo 3
chilometri l’euforia aumenta. Un veloce sguardo a Palazzo Vecchio, e
neanche il tempo di ascoltare qualche fitta ai polpacci.
40 - via del Proconsolo,
l’ultima lunga via stretta tra palazzi a destra e a sinistra, superando
atleti in difficoltà per i crampi, poi una
curva che porta sul Lungarno e altre due semicurve fino a vedere lo spettacolo
della piazza e della chiesa di S. Croce.
A 100
metri scorgo il Traguardo, sollevo le braccia al
cielo perchè ce l’ho fatta, sono euforicamente contento. Uno sguardo al
cronometro e scopro di aver fatto due minuti
in meno di quanto mi ero prefissato. Pensandoci dopo l’arrivo forse
potevo fare ancora leggermente meglio ma sono felice e va benissimo cosi.
Saprò
poi che Federica e’ andata alla grande,
arrivando quarta di categoria, Mario anche lui soddisfatto ha concluso alcuni
minuti davanti a me con il tempo previsto, e Elisa purtroppo per
l’insorgere del fastidio al ginocchio ha preferito fermarsi al ventunesimo
chilometro.. Peccato ma avrà altre chances….
Un lungo
zigzagare tra ritiro medaglia, pacco con
bevande varie, ritiro borsa, mentre noto sulla mia destra, persino un ristoro
appositamente per celiaci. E’ uscito anche
un bel sole.
“FIRENZE SEI
FANTASTICA, E L’ORGANIZZAZIONE E’ COME
SEMPRE IMPECCABILE…. COMPLIMENTI”
Nel tardo
pomeriggio purtroppo ci si rimette in macchina e si ritorna verso casa, tutti
con un’esperienza in più, sempre positiva, comunque sia andata.
Ora a
distanza di qualche giorno, mi rilasso, non faccio più progetti, non faccio più programmi
che non riuscirei a mantenere, appunto a
causa di quell’irrazionalità che e’ inserita nel DNA di qualsiasi podista.
Grazie a chi
ha letto, a chi mi ha sopportato, a
chi mi ha risposto e grazie soprattutto
a Fausto e Ari.
P.S. Per
tutti….TRANQUILLI! Non scriverò più…
Giancarlo
Non è forte colui che non cade mai, ma
lo è colui che dopo essere caduto si rialza e ricomincia.
(Jesse
Owens)
Complimenti Giancarlo per le emozioni che riesci a trasmettere. Dovresti continuare a correre almeno per poter continuare a scrivere cosi...;-)
RispondiEliminaMassimo